Davvero bello e pieno di impressioni positive l'inizio di questa nuova serie di Daredevil a cura di Charles Soule e Ron Garney. Uno stile anni ‘70-’80, rivisitato: un giusto mix tra una tradizione illustrativa povera in cui il soggetto è il destinatario finale dell’attenzione del lettore contrapposta a vignette più complete, con inquadrature ricche di particolari e sequenze grafiche decisamente moderne. Atmosfere buie, da comic book noir, oligocromatiche, con un effetto a stampa litografica che conferisce all’intero fumetto un carattere decisamente più serio, per incontrare anche i gusti di un un pubblico più adulto e, quindi, esigente, amante della cromia povera del periodo d'oro della Marvel. Un probabile tributo a Frank Miller che ha contribuito al grande successo di questo personaggio in un periodo in cui veniva considerato il doppione cieco dell’Uomo Ragno. Tutta questa veste grafica sembra essere stata studiata giusto per ricordarci che il Diavolo Rosso, per primo, non ha bisogno della vista, per spaccare di brutto.
Con il primo volume tra le mani, ed appena uscito dalla spirale di Guerre Segrete, ho bisogno della datazione al carbonio-14 per capire dove mi trovo, sia per il modo con cui percepisco le illustrazioni di quest’albo, ma soprattutto per le inedite caratteristiche del personaggio. Storicamente, l'uomo senza paura si divide tra due facciate: quella calma, pacata, di avvocato difensore, dalle molte virtù e dai pochi difetti, spesso impegnato a difendere i suoi clienti anche pro bono; l'altra faccia è quella di vigilante notturno, alle volte fin troppo violento, che opera giustizia laddove la legge non arriva. Nell'albo che vi presento, è l’avvocato Murdock che adotta un'atteggiamento ruvido nei confronti dei suoi casi. Ora si trova dalla parte dell'accusa; lavora per l’ufficio legale della citta di New York e persegue i criminali con tanto zelo da arrivare a “minacciare” i propri testimoni oculari. Il giustiziere mascherato, d'altro canto, interpreta la parte del buono ad ogni costo. Difende il suo attuale nemico dall'attacco della Mano (la Mano è una setta segreta composta da ninja devoti ad un demone primordiale, che, come contraccambio alla cieca devozione, conferisce ai suoi adepti dei poteri quasi illimitati), e prende sotto la sua ala un discepolo, Blindspot, un ragazzo senza poteri, ma con una buona tecnica marziale ed una comoda mimetica ottica. L'impressione che dà è la stessa del feroce Wolverine quando diventa insegnante di ruolo nella scuola degli X-Men. Non saprei dire se questo fenomeno sia correlato all’omonima serie ora in onda su Netflix oppure se dipenda da un restyling pianificato a tavolino dal CCO e dagli alti vertici della Marvel, ma il risultato sembra veramente una gran figata. Staremo a vedere lo sviluppo di questa serie; in ogni caso non mi resta che dire: “ Gran bell'inizio!”
Concludo con una nota di merito a Charles Soule, il cui nome è ormai diventato una garanzia. Scorrendo la lista delle sue pubblicazioni, fa piacere notare che la maggior parte di ciò che ho letto con gusto in questo ultimo anno, è tutto frutto della sua ferace mente. Ho trovato molto ben fatta la serie sugli Inumani, così come ho trovato proficuo il suo subentro nella testata dedicata alle Lanterne Rosse (forse l’unico albo degno di lettura in quel mondo portato ad un livello davvero troppo elevato dalla mente geniale di Geoff Johns), senza parlare dei vari tie-in di Secret Wars. Questo albo non è che una conferma alle mie aspettative.
Alla prossima!