Il titolo decisamente allarmista potrebbe mettere qualcuno a disagio se mancassi di prodigarmi celermente in una spiegazione degna di questo nome: mi è capitato di leggere, non molto tempo fa, un saggio di Daniele Barbieri dal titolo “Supereroi d'oltreoceano” in cui, approfittando della saga intitolata “La morte di Superman” di Dan Jurgens del 1993, l'autore andava a delucidare, con un’ottima capacità analitica, la situazione di ristagno di una delle due più potenti case editoriali americane, nel periodo tra la fine degli anni ‘80 e il decennio successivo. In una ipotetica analisi della scena del crimine, condotta proprio dall’autore di questo articolo, l’orrenda uccisione del paladino della giustizia kriptoniano era stata attribuita, non senza un certo senso logico, a nientemeno che Spiderman. Ovviamente l’efferato omicidio non era inteso certo da un punto di vista “fisico”. Era importante sottolineare quanto la scelta di far morire il Supereroe per eccellenza era stata resa necessaria per permettere alla DC Comics di sopravvivere in un mercato dominato dalla netta superiorità commerciale ed editoriale della Marvel. L’articolo era stato opportunamente impostato nei termini di una battaglia tra campioni appartenenti alle contrapposte major, in cui, il vincitore assoluto era stato la casa editoriale che meglio aveva saputo interpretare quali erano i temi importanti dell’epoca, e gli interessi dei lettori.
Il mio riferimento a quell’articolo di Barbieri è solo una citazione, utilizzata al solo scopo di presentare sotto una luce di indomita superiorità il personaggio dell’appuntamento di oggi: Iron-man.
L'Uomo di Ferro di Bendis e Marquez è il solito incorreggibile miliardario egocentrico e donnaiolo, ma finalmente, per una volta, per nulla noioso e banale. La storia è ricca di momenti davvero umoristici, alternati a scene di combattimento e tanta, tanta tecnologia, come la nuova scintillante armatura che, mi si dia la libertà di metafora, si può paragonare ad un Victorinox: a detta di Tony Stark, è la prima armatura che condensa tutte le peculiarità delle precedenti e, allo stesso tempo, assicura un'attenta e precisa lettura di tutte le sinapsi del vendicatore oro-scarlatto, per una resa in combattimento davvero eccellente.
Lanciandosi nella lettura, tutte le meraviglie di cui l'esoscheletro è capace, ci vengono mostrate fin dal principio e in rapida successione: modalità Hulkbuster, in uno scontro contro il Nuovissimo Dottor Destino, modalità stealth, e ad un certo punto, addirittura un'inedita modalità samurai (quando Iron-man si trova a cimentarsi contro un gruppo di ninja Hi-Tech, in un romantico combattimento sulla spiaggia, bagnati dalla algida luce lunare). Una poesia accompagnata dalla musica delle tintinnanti katane (sì, l’armatura di Iron-man può anche assumere la forma di una katana!). Insomma, questo Invincibile Iron-man è un autentico e flexagonale uovo di pasqua fuori stagione. Subito dopo la scena del combattimento, le autorità locali si trovano ad osservare il nostro supereroe così pieno di risorse da esclamare che l’unica spiegazione possibile per spiegare tutta quell’abbondanza di potere è, semplicemente, "perchè lui è Iron-man!”. La frase sembra mimare perfettamente quel tormentone creato dai produttori del canale HISHE di Youtube, quello in cui il contrapposto supereroe DC, vale a dire l’altrettanto miliardario egocentrico quanto filantropo Bruce Wayne, seduto al tavolo di un bar con Superman, racconta le sue prodezze concludendo sempre con un umoristico quanto autocelebrativo “because i’m Batman”. Riadattando questa frase, Bendis ci propone un Iron-man nuovo di zecca e, come dice il titolo del fumetto, invincibile, attributo che deve essere considerato non solo all’interno della scuderia Marvel, ma in assoluto tra le testate supereroistiche attualmente in edicola (quasi a voler affermare che anche a questo punto, quando un reboot sembra la miglior idea per rilanciare il mercato dei fumetti, la Marvel ha intenzione di trovarsi tra quelli che sanno quali sono i desideri del proprio pubblico).
La prima impressione è di solito quella che conta (ed è molto buona!), inoltre Bendis è comunque un sinonimo di garanzia, quindi penso proprio che nel futuro ci attendano scenari anche migliori. Nel frattempo, godetevi la lettura.
Alla prossima!
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