venerdì 21 agosto 2015

Emozioni

Emozioni. Sensazioni che proviamo ogni giorno, che percepiamo nel profondo del nostro essere. Una driving force viscerale che ci accompagna lungo la nostra vita. Emozioni. Come quelle che proverete nel leggere una delle pagine più complesse e caleidoscopicamente colorate della storia DC degli ultimi anni. La Notte Più Profonda esce nel 2009 negli States e poco dopo anche in Italia. L’idea dietro al progetto nasce però molto tempo prima, nel 2005, quando a Geoff Johns viene affidato il progetto di rilanciare la serie di Lanterna Verde rispolverando il buon vecchio Hal Jordan. In quel periodo Hal è nel “dimenticatoio” e merita un ritorno alle scene degno del grande supereroe ideato da John Broome e Gil Kane. 
Dopo aver sterminato quasi interamente il corpo delle Lanterne Verdi sotto il controllo dell'entità Parallax, muore eroicamente nell'atto di salvare il sole (epilogo della saga L'Ultima Notte). Sembra che la nuova serie, Green Lantern: Rebirth, debba parlare di redenzione. Tuttavia Johns non vuole scrivere una storia che parli di redenzione. Vuole una storia che parli di vincere la paura, perché quello fanno le Lanterne Verdi. A questo punto gli viene un'idea interessantissima: assume che, come i guardiani possano convogliare la volontà in una batteria per essere usata come energia, altre entità possano fare lo stesso con le altre emozioni, accumularle e sfruttarle a loro vantaggio. Associa l'impurezza gialla della batteria centrale di Oa a Parallax, entità della paura. Pone le basi per La Guerra Del Sinestro Corps,  il suo primo grande successo di pubblico e di vendite sulle pagine di Lanterna Verde. Ma nella sua testa sono già nate anche tutte le altre lanterne. 
È solo nel 2009 che arriva nelle edicole La Notte Più Profonda. Il concetto alla base di questa idea è quasi intuitivo, atavico, primordiale, ma funziona. E funziona bene! In quel momento ci sono in giro sette Corpi di Lanterne (contraddistinti ognuno da un colore dell'arcobaleno) che si fanno la guerra da qualche mese per il controllo dell'Universo. Ognuno combatte utilizzando il potere del proprio anello, stoccato in una batteria centrale (una sorta di grosso condensatore emozionale) e derivante da una specifica emozione (per le Lanterne Verdi, ad esempio, l’emozione è la volontà). Come si possono unire tutte queste Lanterne in un unico Corpo? Si trova un nemico comune! Quale miglior nemico comune della morte per annichilire tutte le emozioni? Così, con un colpo di inventiva si introduce il più oscuro degli anelli. Mano Nera, storico nemico di Lanterna Verde, il suo avatar. Il suo potere è quello di resuscitare i morti che, come nei film dell'orrore, daranno la caccia ai vivi. In questo caso si nutriranno delle loro emozioni.
La saga è spettacolare. Luci a profusione in ogni pagina. Un variopinto meccanismo che non rimane relegato tra le pagine di Lanterna Verde, ma si espande su molte testate supereroistiche regolari e su un certo numero di serie limitate dedicate ai grandi campioni DC, come Batman, Flash e Superman. 
Il compito è molto difficile: è come dirigere un'orchestra sinfonica. Ogni strumento esegue una melodia indipendente, ma l’orecchio deve essere trasportato dall’armonizzazione e godere la bellezza della sinfonia. C'era da gestire sapientemente sette Corpi di Lanterne, molti scenari diversi e tutti, ripeto, tutti i supereroi di casa DC, vivi e/o morti!!! Scusate se è poco! Il risultato è tanto terrificante da fruttare a Geoff Johns la nomina a Chief Creative Officier (CCO) e da impedire a qualsiasi lettore di staccare gli occhi dal fumetto! 
All'interno della saga non mancano colpi di scena formidabili come Flash che diventa una Lanterna Blu. Già dopo aver finito di leggere La Notte Più Profonda, si percepisce un forte senso di astinenza da colore e, in fondo in fondo, anche una leggera nostalgia. Anche perché, da lì a poco, inizierà Il Giorno Più Splendente. E dopo, nell'universo DC, nulla sarà più come prima!
Alla prossima!

venerdì 14 agosto 2015

Drizzate le antenne

“Gli incubi possono cominciare in molti modi! Quello di Henry Pym cominciò con un grido di trionfo!”. Con queste parole inizia il primo capitolo di questa lunga avventura che continua fino ai giorni nostri e che questa settimana approda sul grande schermo in un tripudio di aspettative e curiosità. Lui è uno scienziato che, come nelle migliori tradizioni, scopre qualcosa di sbalorditivo: un siero che gli permette di rimpicciolirsi fino a raggiungere le dimensioni di una formica. L’idea di Ant-Man non è per nulla scontata. Nel 1962, quando Stan Lee, Larry Lieber e Jack Kirby lo creano, la Marvel Comics è appena nata dalle ceneri della Timely Comics; in questo momento storico gli unici cavalli da battaglia di proprietà della nuova nata Marvel, sono la Torcia Umana (Jim Hammond), Namor e Capitan America. Era tempo per Stan Lee di cominciare a macinare qualche idea buona. Il momento storico è propizio. Quasi per scommessa, aspettandosi un licenziamento da lì a breve, mette in moto una macchina inarrestabile che lo porta a pubblicare nel giro di pochi anni tutti i suoi cavalli vincenti: Fantastici Quattro, Hulk, Iron Man, Thor, X-Men e lo stesso Ant-Man. Da quegli anni lontani ad oggi sono successe tantissime cose, tanto strabilianti da accalappiare e appassionare milioni di lettori. L'Ant-Man di Hank Pym, tuttavia, non è mai riuscito ad avere una propria serie regolare, ma è sempre stato relegato, si fa per dire, al ruolo di vendicatore, di cui è stato membro fondatore. 
Chissà se, all'epoca della sua creazione, si sarebbe sperato, prima o poi, di girarci sopra un film. Eppure oggi, grazie ai Marvel Studios, questo film è realtà. Non sarà il Dott. Pym, tuttavia, a vestire i panni del supereroe, ma il suo successore, Scott Lang (impersonato da Paul Rudd). La sequenza di eventi nel film è un incrocio tra quello che si trova nella prima apparizione di Lang come Ant-Man su Marvel Premiere 47 (aprile 1979) e la sua omonima nuova serie: quest'ultima piuttosto leggera e umoristica, la prima molto più complessa e inserita nel contesto culturale che caratterizzava un’America tutt’altro che ironica alla fine degli anni ‘70. La curiosità è un elemento fondamentale quando si va ad assistere alla proiezione di una pellicola di questo calibro: tutti sarebbero in grado di girare un film più che dignitoso su Iron Man o Thor, ma con Ant-Man la versatilità è bassissima, quindi grande doveva essere lo sforzo per gestire le qualità e le caratteristiche di questo personaggio. Peyton Reed, partendo dalla sceneggiatura di Edgar Wright, sforna un supereroe che non sfigura davanti agli altri grandi nomi Marvel, pronto probabilmente ad integrarsi negli Avengers già dagli inizi della fase tre del MCU. Il film è piacevole da vedere e ben condito con eventi umoristici  ed effetti speciali molto ben curati. Tra le cose migliori in questo film c’è un accento sull’assoluta differenza di percezione delle battaglie a seconda che vengano viste su scala macroscopica o microscopica, ma non sono certo il primo a dirlo. I combattimenti sono assolutamente dinamici grazie alla continua variazione di dimensioni del protagonista durante i combattimenti. Forse la prima parte è un po’ troppo descrittiva e scarna di azione, ma il secondo tempo tiene incollati alla poltrona e, cosa che non fa assolutamente male, con un largo sorriso disegnato sulla faccia. Ant-Man unisce la comicità dei Guardiani della Galassia con scene di azione degne del migliore dei film di Iron Man. Insomma, molti punti positivi su questa pellicola che consiglio caldamente di guardare sul grande schermo.
Il fumetto omonimo, uscito negli USA pochi mesi fa (e la settimana scorsa in Italia), ci delinea uno Scott Lang come quello del film, che fatica a trovare un lavoro per via della sua fedina penale sporca, ma fiducioso per il suo futuro. Cerca un ruolo da responsabile della sicurezza in grandi impianti e multinazionali del credito, e chi può difendere una struttura con livelli di massima sicurezza, se non chi per anni si è dedicato al furto di strutture con massimi livelli di sicurezza. In barba alla Guerra Civile che si combatteva ormai 10 anni fa per decidere in materia di censimento dei supereroi, a lui non interessa mantenere nascosta la sua identità, tanto che si presenta ai colloqui di lavoro in costume. Ha una ex-moglie che lo considera inaffidabile e una figlia che lo considera, nonostante tutto,un grande eroe. Il fumetto ha un’ impronta tragicomica. La struttura sembra concatenarsi in una serie di sketch e scenette comiche intervallate da episodi famigliari. Lo studio delle caratteristiche del personaggio è ancora una volta ben curato. Lo Scott Lang dei giorni nostri è un uomo onesto anche se ha un passato discutibile. Nei momenti di solitudine è molto riflessivo e autocritico, ma quando prende la parola lo fa in maniera scherzosa, a cuor leggero, non perdendo l’occasione per lanciare una battuta. A volte sembra di trovarsi davanti ad un'esperimento della Casa delle Idee, giocato in stretta concomitanza con l’uscita del film, quasi a voler difendere a spada tratta un personaggio che non sa mai se partire o arrestarsi e che di certo non ha mai ottenuto il successo desiderato (e meritato) in più di 50 anni di universo Marvel. Un vero peccato, visto che senza Ant-Man non esisterebbe Ultron, supercattivo di primo livello nel contesto Avengers. Senza il suo piccolo contributo, l’universo nella quale si svolgono gli eventi che tutti noi seguiamo, sarebbe radicalmente differente, quasi a delineare un effetto farfalla. Il successo di questa testata dipenderà, credo, in larga parte, dal successo al botteghino dell'omonimo film. Staremo a vedere; nel frattempo, incrociamo le dita!
Alla prossima!

venerdì 7 agosto 2015

Rabbia Rossa

Tutto cominciò qualche anno fa, prima della Notte più Profonda, quando dallo spettro emozionale si originarono tutte le altre lanterne, il Sinestro Corps che imbriglia la forza della paura, l'Agente Arancio - Larfleeze- mosso da avidità e avarizia, le Lanterne Blu che prendono la loro forza dalla speranza, la Tribù Indigo che domina la compassione, le Star Sapphire che seguono l’istinto del loro cuore e i più cattivi di tutti, le Lanterne Rosse, che inceneriscono, corrodono e distruggono tutto ciò che incontrano con la forza della loro rabbia. La storia nasce molto tempo fa ad opera di uno scrittore che vanta un curriculum lunghissimo, al soldo delle major più importanti, che comprende testate tra le più importanti del panorama fumettistico americano, vale a dire Geoff Johns. 
Il suo lavoro attorno al personaggio di Lanterna Verde è stato a mio avviso uno dei capolavori di questi ultimi anni per quanto riguarda la DC Comics e di certo la migliore saga inerente a Hal Jordan. Dall'evento sono nate testate indipendenti tra cui quella di cui sto per raccontarvi.
Le Lanterne Rosse nascono in seguito alla volontà di Atrocitus di pareggiare i conti con i Guardiani dell'Universo, mandanti inconsapevoli dello sterminio della sua razza. Siamo sul pianeta Ysmault quando Atrocitus mette in atto il suo piano per creare le sue Lanterne. Ha bisogno di potere, e quale potere migliore del sangue dei Quattro Demoni, suoi compagni di battaglia uniti da uno smisurato odio verso i Guardiani. Grazie all’energia ottenuta uccidendo questi Demoni riesce a creare il primo anello, iniziando letteralmente la sua Crociata in un lago di sangue.
Per chi ha letto la saga di Blackest Night, leggere Lanterne Rosse è assolutamente entusiasmante. La storyline é congruente in ogni sua parte e, ben presto, ci si trova  a parteggiare per questo piccolo esercito di combattenti sanguinari, in grado di seminare caos e distruzione in tutto l’universo con il puro potere della rabbia. In più, già a partire dal sesto numero americano, si unisce al Corpo un esponente terrestre, che prenderà il nome di Rankorr e sarà il primo in grado di generare costrutti. 
I disegni sono tipicamente DC, Benes disegna i primi numeri della serie, che però non riesce ad ottenere un vasto consenso tra i lettori. È con l'arrivo di Sepulveda che i disegni raggiungono un nuovo livello, di molto superiore rispetto a quello del suo predecessore. Lo spazio torna ad essere immensamente vasto, tanto da togliere il fiato al lettore in alcune splash page. I costrutti sembrano essere costituiti davvero da pensieri in movimento e non da materiale gommoso colorato come quello che si vede in alcuni disegni di Green Lantern Corps.
Lanterne Rosse è una serie perfetta per tutti i nerd che nella vita hanno ricevuto duri colpi e hanno sempre sognato di restituirne qualcuno. Per tutti quelli che davanti alle situazioni avverse serrano denti e pugni, ma che sono troppo buoni o troppo corretti per rispondere alle provocazioni con la violenza. Covate rancore. Il vostro anello cremisi è probabilmente già alla vostra ricerca.
Alla prossima!